Atteggiamento
La psicologia comportamentale definisce l’atteggiamento è una “disposizione verso”, un processo mentale che produce le risposte all’ambiente con cui interagiamo. Come si può traslare questo concetto al mondo aziendale? E’ facile intuire che, nell’incertezza derivata dalla crisi finanziaria, l’atteggiamento ricopre un ruolo molto importante.
Spesso incontriamo realtà aziendali che, di fronte alle durissime prove a cui sono sottoposte, reagiscono con apatia e incongruenza. Mentre è proprio ORA che dobbiamo usare il nostro massimo potenziale, prendere le decisioni giuste dosando con saggezza coraggio e visione a medio termine.
Gli studi sulla fisica quantistica ci stanno portando a pensare che il nostro potere sul mondo, o almeno sul nostro personale mondo, è molto più significativo di quanto si potesse pensare solo fino a qualche anno fa. La nostra osservazione, perlomeno nel mondo dell’infinitamente piccolo, cambia la materia. Il nostro focus ha, insito dentro di sé, la possibilità e capacità di modificare la realtà. Siamo ancora agli arbori di un’esplorazione che si preannuncia avvincente e che porterà cambiamenti notevoli nella percezione delle potenzialità dell’uomo. In questo contesto, il nostro atteggiamento, o attitude (come lo chiamano gli americani), può rivelarsi di straordinaria importanza e diventare un fattore determinante nell’ottenimento dei risultati che ci siamo prefissati..
L’atteggiamento è avere pieno accesso alle nostre risorse e grande sicurezza in noi stessi. E’ pensare ed agire nella cornice e contesto del “come se …”, ovvero considerando di aver già ottenuto quello che desideriamo. Non solo visualizzandolo, ma anche sentendolo; infatti le nostre sensazioni cinestetiche sono il linguaggio con cui comunichiamo all’universo, sono le frequenze di vibrazione che emettiamo nel vasto campo energetico di cui facciamo parte. Atteggiamento vuol dire agire senza vincoli e paure di fallimento, consapevoli che il fallimento non solo non è contemplato, ma neanche esiste: esiste solo feedback, insegnamento. Spesso nel coaching viene utilizzata questa domanda: “Se sapeste di avere successo in una specifica iniziativa, se aveste la certezza che il risultato sarà vostro, come vi comportereste?” Bene, fate vostra questa domanda, agite con la sicurezza interiore che tutto andrà bene utilizzando così l’intero vostro potenziale di risorse.
Atteggiamento è anche consapevolezza, in ogni istante, di quello che succede dentro e fuori di voi;
attenzione ai vostri processi mentali, alle immagini, parole e sensazioni che nascono continuamente dentro di voi e che vi possono portare ad intraprendere azioni più o meno efficaci. Acutezza sensoriale per permettervi, in qualunque momento, di avere accesso al maggior numero di informazioni possibili su quello che avviene nel mondo esterno che vi circonda.
Ma l’atteggiamento è anche curiosità e voglia di esplorare nuove strade, essere stimolati ad imparare sempre qualcosa di nuovo; è consapevolezza che c’è crescita solo quando usciamo dalla nostra zona di comfort. E quando abbiamo raggiunto l’atteggiamento più proficuo per una determinata situazione, fissarlo (in pnl viene definito “ancorare”) in modo da poterlo richiamare a piacimento in qualunque momento. “Solamente” che con una giusta attitude, la nostra vita può cambiare in meglio in maniera significativa. Forse anche perché, prendendone atto, ci siamo resi indirettamente conto di quanto sia importante assumerci la responsabilità di quanto ci succede. Il mondo che ci appare all’esterno è una rappresentazione del nostro mondo interno? Non lo so, ma avere l’idea di essere i registi della nostra vita ci porta ad utilizzare al meglio il nostro libero arbitrio invece che lasciare ad altri il compito di decidere per noi stessi. L’atteggiamento ama un verbo, il fare. Non si studia, si mette in pratica. Giorno dopo giorno. Sempre. Leggendo queste righe vi siete resi conto di quanto questi concetti si plasmino perfettamente alla realtà aziendale? Abbiamo già visto come un’azienda sia in realtà un organismo vivente. Ci sono aziende che creano e guidano il proprio mercato e ci sono aziende che seguono (follower). Quanti aziende hanno paura in questo momento? Quante invece riescono a pensare a lungo termine sapendo che quello che le aspetterà nel futuro non è altro che il risultato delle azioni che stanno mettendo in atto oggi? Con quale atteggiamento sta affrontando il mercato la vostra azienda? I dipendenti “sentono” e condividono l’attitude aziendale? Se volete una risposta precisa a queste domande … guardate i risultati che state ottenendo.
Spesso incontriamo realtà aziendali che, di fronte alle durissime prove a cui sono sottoposte, reagiscono con apatia e incongruenza. Mentre è proprio ORA che dobbiamo usare il nostro massimo potenziale, prendere le decisioni giuste dosando con saggezza coraggio e visione a medio termine.
Gli studi sulla fisica quantistica ci stanno portando a pensare che il nostro potere sul mondo, o almeno sul nostro personale mondo, è molto più significativo di quanto si potesse pensare solo fino a qualche anno fa. La nostra osservazione, perlomeno nel mondo dell’infinitamente piccolo, cambia la materia. Il nostro focus ha, insito dentro di sé, la possibilità e capacità di modificare la realtà. Siamo ancora agli arbori di un’esplorazione che si preannuncia avvincente e che porterà cambiamenti notevoli nella percezione delle potenzialità dell’uomo. In questo contesto, il nostro atteggiamento, o attitude (come lo chiamano gli americani), può rivelarsi di straordinaria importanza e diventare un fattore determinante nell’ottenimento dei risultati che ci siamo prefissati..
L’atteggiamento è avere pieno accesso alle nostre risorse e grande sicurezza in noi stessi. E’ pensare ed agire nella cornice e contesto del “come se …”, ovvero considerando di aver già ottenuto quello che desideriamo. Non solo visualizzandolo, ma anche sentendolo; infatti le nostre sensazioni cinestetiche sono il linguaggio con cui comunichiamo all’universo, sono le frequenze di vibrazione che emettiamo nel vasto campo energetico di cui facciamo parte. Atteggiamento vuol dire agire senza vincoli e paure di fallimento, consapevoli che il fallimento non solo non è contemplato, ma neanche esiste: esiste solo feedback, insegnamento. Spesso nel coaching viene utilizzata questa domanda: “Se sapeste di avere successo in una specifica iniziativa, se aveste la certezza che il risultato sarà vostro, come vi comportereste?” Bene, fate vostra questa domanda, agite con la sicurezza interiore che tutto andrà bene utilizzando così l’intero vostro potenziale di risorse.
Atteggiamento è anche consapevolezza, in ogni istante, di quello che succede dentro e fuori di voi;
attenzione ai vostri processi mentali, alle immagini, parole e sensazioni che nascono continuamente dentro di voi e che vi possono portare ad intraprendere azioni più o meno efficaci. Acutezza sensoriale per permettervi, in qualunque momento, di avere accesso al maggior numero di informazioni possibili su quello che avviene nel mondo esterno che vi circonda.
Ma l’atteggiamento è anche curiosità e voglia di esplorare nuove strade, essere stimolati ad imparare sempre qualcosa di nuovo; è consapevolezza che c’è crescita solo quando usciamo dalla nostra zona di comfort. E quando abbiamo raggiunto l’atteggiamento più proficuo per una determinata situazione, fissarlo (in pnl viene definito “ancorare”) in modo da poterlo richiamare a piacimento in qualunque momento. “Solamente” che con una giusta attitude, la nostra vita può cambiare in meglio in maniera significativa. Forse anche perché, prendendone atto, ci siamo resi indirettamente conto di quanto sia importante assumerci la responsabilità di quanto ci succede. Il mondo che ci appare all’esterno è una rappresentazione del nostro mondo interno? Non lo so, ma avere l’idea di essere i registi della nostra vita ci porta ad utilizzare al meglio il nostro libero arbitrio invece che lasciare ad altri il compito di decidere per noi stessi. L’atteggiamento ama un verbo, il fare. Non si studia, si mette in pratica. Giorno dopo giorno. Sempre. Leggendo queste righe vi siete resi conto di quanto questi concetti si plasmino perfettamente alla realtà aziendale? Abbiamo già visto come un’azienda sia in realtà un organismo vivente. Ci sono aziende che creano e guidano il proprio mercato e ci sono aziende che seguono (follower). Quanti aziende hanno paura in questo momento? Quante invece riescono a pensare a lungo termine sapendo che quello che le aspetterà nel futuro non è altro che il risultato delle azioni che stanno mettendo in atto oggi? Con quale atteggiamento sta affrontando il mercato la vostra azienda? I dipendenti “sentono” e condividono l’attitude aziendale? Se volete una risposta precisa a queste domande … guardate i risultati che state ottenendo.
Coachtive, Gianluca Testa