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mercoledì, luglio 25, 2007

Spegni il tuo Dialogo Interno

Abbiamo un compagno che ci segue tutta la vita. Spesso ci incita a raggiungere risultati importanti e ci consiglia nel prendere le nostre decisioni ma il più delle volte tende a scoraggiarci e a rimproverarci. Diventa così un ostacolo al naturale svolgimento della nostra esistenza. Di chi stiamo parlando? Del dialogo interno, quella voce che sentiamo dentro di noi e che, senza accorgercene, ci guida nelle nostre scelte ed influenza i nostri stati d’animo. Come prima cosa è importante assumere la consapevolezza della sua esistenza; siamo talmente abituati a sentirla e a conviverci che finisce per agire a livello inconscio; in questo modo modifica i nostri comportamenti e limita le nostre capacità. Una volta presa coscienza della sua presenza possiamo iniziare ad analizzare le caratteristiche fondamentali di questa voce: qual'è il suo tono, il suo volume, da che parte arriva? Assomiglia a qualche voce che conosciamo? E' amichevole e suadente o minacciosa e acida? Cercate di mettere per iscritto quante più caratteristiche riuscite a trovare. Una volta che le avete identificate possiamo iniziare a modificarle per renderle più motivanti e costruttive. Questa tecnica viene definita cambiamento delle submodalità. Potete sostituire la voce con quella di una persona per voi importante che, con il giusto tono e volume, vi incoraggi quando più ne avete bisogno. Provate semplicemente ad apportare queste modifiche e vedrete il cambiamento che potrete ottenere.
Anche il linguaggio, le parole che usiamo influiscono sul nostro stato. Quando volte utilizziamo metafore senza neanche accorgercene? Quali sono i paragoni che usiamo più di frequente? E soprattutto, sono incentivanti per il raggiungimento dei nostri obiettivi? Nella mia attività di coach ho trovato veramente poche persone che utilizzavano il dialogo interno con positività, quasi sempre era una vocina che parlava in maniera denigratoria. Ecco alcuni esempi: "Non riesco più a sopportare questo peso", "Vedo solo il buio davanti a me", "E' proprio una palla al piede". Alcune volte queste frasi si insinuano nella nostra giornata diventando modi di dire ricorrenti che formano dei veri e propri incantesimi linguistici dai quali non riusciamo più a distaccarci. Anche in questo è prioritario prenderne coscienza. La consapevolezza è la porta di accesso al nostro cambiamento. Una volta che ci accorgiamo di quali sono le nostre debolezze possiamo lavorare per eliminarle, ristrutturando le parole che utilizziamo per descrivere il nostro mondo. Il linguaggio va infatti ad influire sui nostri pensieri e sulla nostra fisiologia.
Penso sia importante sottolineare anche un altro modo per rendere meno invasivo il nostro dialogo interiore. In questo caso, invece di modificarlo andiamo a sospenderlo. Gli americano lo identificano come stato "Up-Time", ovvero come il momento in cui ci riappropriamo dei nostri sensi troppo spesso dimenticati. Siamo talmente presi dalle nostre attività quotidiane e dalle preoccupazioni che tendiamo a dimenticarci di assaporare quello che accade intorno a noi. Provate ad andare in un bosco o in riva al mare. Rilassatevi. E mentre assaporate questa sensazione di pace nel vostro corpo iniziate a guardare quello che succede intorno a voi. Guardate il particolare. Usate la visione periferica per guardare l’insieme. Ascoltate tutti i rumori della natura che vi circonda. Verificate quello che accade al vostro corpo: riuscite a percepire il vostro respiro? Le mani sono calde o fredde? I piedi sono comodi nelle scarpe ed appoggiano saldamente al terreno? Probabilmente nel fare questo vi accorgerete come da molto tempo vi eravate dimenticati di assaporare quanto vi circonda; e, magia magia, la vostra vocina interiore è completamente sparita. Uscire all'esterno, concentrarvi sul mondo vi distoglie dall'interno, da quanto succede dentro di voi. Questa capacità può rivelarsi molto utile. Pensate ad uno studente che deve affrontare un esame universitario, se riesce ad entrare in uno stato Up-Time riuscirà a controllare e gestire la sua tensione, rimanendo libero di attingere alle sue risorse al massimo livello possibile.
Io ho avuto modo di apprezzare questo metodo nella pratica del gioco del golf. E' una mia passione che coltivo da diversi anni, compatibilmente con il poco tempo a disposizione a causa degli impegni aziendali e delle ore dedicate alle sedute di coaching con i miei clienti. Proprio per questo quando mi capitava di fare qualche gara amatoriale sentivo molto la pressione, ops! mi è scappata una metafora poco motivante ..., e finivo per giocare male. Se sbagliavo due o tre colpi di seguito mi si accendeva un dialogo interno serrato che finiva per innervosirmi. Ora basta che mi concentro su quello che succede intorno a me, per trovare nuovamente la calma ed effettuare un buon colpo al tiro successivo.Il consiglio è di rendere il vostro dialogo interiore un prezioso alleato nel raggiungimento dei vostri obiettivi, sia in campo lavorativo che professionale. E, quando non serve, potete sempre spegnerlo. E’ una vostra scelta, è sotto la vostra responsabilità (intesa come abilità di rispondere).


Coachtive, Gianluca Testa